1 agosto 2010

I GENDARMI DELLA MEMORIA




Sono passati sessantacinque anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci duole constatare come a distanza di tutto questo tempo
la storia sia ancora intensa come proprietà di chi quella guerra la vinse, o quantomeno, di chi dal suo esito trasse onori, privilegi e poltrone.

Oggetto della questione è un argomento - simbolo della questione storica: il dramma delle foibe. Per trent'anni negata, la tragedia degli istriano - dalmati comincia soltanto in questi anni ad essere trattata con la giusta precisione dai programmi scolastici nazionali.

L'istituzione di una giornata di ricordo dedicata alle vittime della pulizia etnica titina dimostra quanto abbia inciso negativamente sulla memoria popolare il criminale silenzio che le autorità dell'epoca imposero sull'argomento.

I comunisti non intendevano rivelare i crimini di cui si erano macchiate le bande partigiane al servizio dell'invasore jugoslavo. I governi non volevano inasprire la tensione con l'ingombrante vicino non - allineato, che tentava di agguantare anche quell'ultimo lembo orientale (Trieste) rimasto italiano.

Ora che la Jugoslavia non c'è più, e che le atrocità partigiane cominciano ad uscire dai meandri della storia, delle foibe si può, e si DEVE, tornare a parlare. E' per questo che la commissione ministeriale ha stabilito che quest'anno i maturandi avrebbero potuto parlare del genocidio subito dagli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia. E con questa convinzione Fernando Incitti, studente del Liceo Scientifico Martino Filetico di Ceccano (Frosinone) e militante del Blocco Studentesco, ha buttato giù la traccia d'esame. La riportiamo integralmente.

"Quante lacrime hanno versato le terre d'Istria, Fiume e Dalmazia. La loro è una storia drammatica, infinita, per molto tempo dimenticata; ma soprattutto eroica. Oggi quelle terre vengono denominate Croazia, Slovenia; la bellissima Ragusa viene chiamata Dubrovnik; per molto tempo sono state chiamate Jugosvlavia; per spiegarne le ragioni bisogna partire da lontano ed andare ad analizzare tutte le controversie che hanno colpito il confine orientale italiano nel Novecento. Anno 1919: Gabriele D'Annunzio non accetta che la città di Fiume non sia parte del Regno d'Italia. In un Europa ancora lacerata dalle ferite del primo conflitto mondiale, il Vate ed i suoi volontati, molti dei quali denominati ''Uscocchi'', assediarono la città di Fiume fino ad arrivare alla sua occupazione tra dinamismo e fervore giovanile. Il Regno d'Italia intervenì contro D'Annunzio e le sue truppe che abbandonarono la città dopo un estenuante resistenza. Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale l'Italia Fascista annette all'Impero l'Albania ed estese i suoi territori fino ai pressi della Grecia. Il declino italiano ebbe ufficialmente inizio con la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 con le truppe alleate. Con le truppe dell'Asse in difficoltà su tutti i fronti ed un'Italia divisa a metà, le truppe jugosvlavo-comuniste del Maresciallo Tito avanzarono verso Trieste senza avere pietà di tutto ciò che poteva definirsi italiano. Qui ebbe inizio l'orrore. Tito ed i suoi soldati pianificarono un vero e proprio genocidio nei confronti delle popolazioni d'Istria, Fiume e Dalmazia. A migliaia furono rastrellati e gettati in alcune gigantesche fosse naturali del terreno: le Foibe. Alla fine le vittime saranno circa ventimila; loro unica colpa: essere italiani. I partigiani italiani della Brigata Garibaldi parteciparono all'attuazione di questo crimine. La città di Trieste divenne il confine d'Italia. A partire dal 1948 più di trecentomila istriano-dalmati furono costretti ad abbandonare le loro case e la loro terra. Tito aveva deciso che ogni componente italiana di quelle terre dovesse diventare jugosvlava. Tristissimi furono i casi delle navi e dei treni degli esuli respinti come ad esempio a Bologna dai comunisti locali. La nuova Repubblica Italiana ed Alcide De Gasperi non resero mai noto al mondo questo orrore. Più di sessant'anni di silenzi e di bugie. Vergognoso il fatto che molti politici italiani non furono d'accordo a rendere ufficiale il Giorno del Ricordo. Adesso molti degli esuli vivono in tutta Italia e non hanno più potuto abbracciare la loro terra. Le menzogne e le crudeltà non potranno mai negare il fatto che in Istria, Fiume e Dalmazia anche le pietre parlano italiano."

Purtroppo, malgrado le nostre convinzioni, è acora vivo fra certi professori una tendenza a pervertire il proprio ruolo, mutandolo in quello di "gendarmi della memoria". E' una perversione, ribadiamo, perchè deforma il ruolo dell'insegnante e svilisce quello dello studente.

Il tema in questione, risultato appena sufficiente dalla commissione giudicante (il che già getta un'ombra sulla presunta imparzialità del giudizio) è stato poi discusso nei giorni seguenti. Come riporta lo stesso Fernando in un articolo appena uscito,

"Nei giorni seguenti alle prove scritte e prima del colloquio orale, vengo contattato da alcuni professori che mi comunicano che la commisione esterna ed il presidente della commissione non hanno gradito il mio tema sule Foibe, non formalmente ma bensi ''idealisticamente''. Comincerò a ''pagare'' con la valutazione complessiva delle prove scritte. In quei giorni mi viene ripetuto frequentemente che non sono gradito alla commissione. Il giorno del colloquio, il 10 luglio, svolgo una dignitosa prova, argomento il mio esame da D'Annunzio a Nietzsche , dal Futurismo ad Apollinaire, dalla rivoluzione Italo-Fascista alla Guerra Civile Spagnola. Durante il colloquio ricevo continue provocazioni. Prima di abbandonare l'aula mi vengono segnalati gli ''errori'' del tema: secondo i professori il dramma dell'Esodo è una pseudo-invenzione e non ''dovevo permettermi di condannare'' il silenzio durato decenni. Alla fine ricevo addirittura "in bocca lupo" per il continuo degli studi universitari da parte della commissione. "

Nei giorni seguenti tuttavia, quel "Imbocca al lupo" si è rivelato una volgare beffa. Il ragazzo è stato considerato "non idoneo" all'ottenimento della Maturità. Unico bocciato, si dice, su 5 classi di studenti. Unico studente in tutta la sua classe che, quella mattina, ha deciso di parlare delle foibe.

Inutile affermare il nostro TOTALE APPOGGIO a Fernando, vittima di un odio antifascista che nel 2010 dovrebbe essere considerato d'altri tempi. Speriamo fermamente negli esiti dell'azione legale che sarà intentata.


Blocco Studentesco Firenze


NOTA: Le parti in corsivo sono citate da un interessante articolo in riferimento pubblicato sul blog di Ugo Maria Tassinari, fascinAzione.





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