03/08/2012
1 MAGGIO 2012
Nel mirino del sindacato di CasaPound anche il ‘concertone’ di Cgil, Cisl e Uil, ‘ci sono sindacati che non festeggiano’
Roma, 1 maggio – ‘’Buon 1 maggio, lavoratore suicidato’’. Uno
striscione davanti a ogni cimitero d’Italia: in tempi di crisi il 1
maggio si celebra anche così. La provocazione è targata Blu, Blocco
lavoratori unitario, sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che
aveva già messo a segno negli ultimi mesi due azioni contro i
licenziamenti avviati dall’azienda di autotrasporto trentina Arcese e
dalle Officine meccaniche ferroviarie del Salento e un blitz coordinato
in una cinquantina di città italiane contro la riforma del lavoro e la
modifica dell’articolo 18.
Anche questa volta, l’azione è stata compiuta simultaneamente in una
cinquantina tra città e piccoli centri dal Nord al Sud del Paese. ‘’Ci
sono sindacati che non festeggiano’’, si legge in calce ai volantini
‘choc’ che stanno facendo il giro del web: l’immagine rappresentata è
quella di un operaio impiccato che pende da un grande ‘1’. A lato la
scritta: ‘’Forse non ti interessa più, ma a Roma oggi c’è un gran
concerto. Buon 1 maggio, lavoratore suicidato’’. E il ‘concertone’
organizzato da Cgil, Cisl e Uil a piazza San Giovanni è finito anche su
uno degli striscioni esposti dal sindacato di Cpi a Roma: ‘’Buon 1
maggio, lavoratore suicidato – si legge – stasera niente concerto’’.
‘’Rifiutiamo la logica da ‘panem et circenses’ dei sindacati, anche
perché di ‘panem’, a differenza di quanto avveniva nell’antica Roma,
oggi non se ne vede più – sottolinea Blu in una nota – Di fronte a una
lista di imprenditori e lavoratori ‘suicidati’ da uno Stato strozzino
che si allunga ogni giorno di più e a una riforma che punta a ridurre i
lavoratori in stato di servaggio, Cgil, Cisl e Uil non sanno fare di
meglio che pretendere di utilizzare come una vetrina, peraltro a costo
zero, piazza San Giovanni, sperando così di far dimenticare a suon di
musica la loro inettitudine. Noi però a questo gioco ipocrita non
partecipiamo. E’ il 1 maggio, ma non c’è niente da festeggiare’’.
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