3 maggio 2013

Modifica Ex - Coop: da incubatrice per le PMI a incubo per il piccolo commercio


Nell'ultimo Consiglio Comunale di Figline Valdarno è stata posta in votazione ed approvata la variante al regolamento urbanistico per l'insediamento nella area ex-coop di un grande magazzino dedicato alla vendita di prodotti sportivi da parte di una catena multinazionale. Il consigliere Ivo Gonfiantini  esprime il più totale disappunto a tale decisione, facendo seguito al voto contrario espresso nell'assise comunale. Lo spostamento della vecchia COOP aveva lasciato libera un'area commerciale che avrebbe potuto essere convertita in "incubatrice" per le piccole e medie imprese giovanili. Una struttura facilmente ristrutturabile, già predisposta per la creazione di una galleria commerciale, ben collegata al centro cittadino, nella quale le imprese locali avrebbero trovato un alveo di sviluppo naturale. Con il voto del Consiglio Comunale si è calato il sipario su questa prospettiva, preferendo affidare l'area all'ennesima multinazionale che niente ha a che vedere col nostro territorio.

L'amministrazione comunale insiste nel suo progetto di assassinare il borgo medievale di Figline Valdarno. L'intenzione è chiara: spingere la popolazione cittadina ad ammassarsi nei quartieri di nuova costruzione, caratterizzati dalla ristrettezza degli spazi e da abusi di ogni tipo. Nelle aree di recente urbanizzazione sono pressochè assenti spazi dedicati al piccolo commercio, ovvero ai punti di arrivo di una filiera territoriale sempre più fragile. Abbonda invece la grande distribuzione e, con questo nuovo intervento dell'amministrazione pubblica, si fa spazio all'ingresso delle multinazionali, che drenano risorse dal territorio senza alimentare il mercato locale. Per contro il centro storico risulta sempre più spopolato dai figlinesi: complice anche la chiusura totale di Piazza Marsilio Ficino, ma soprattutto politiche di incoraggiamento alle grandi catene internazionali come quella in oggetto, sempre più negozi al dettaglio chiudono per non riaprire mai più. Assieme al danno economico si registra inoltre una forte contrazione nei diritti e nel mercato del lavoro. Assecondando quanto sta succedendo da almeno un decennio nella nostra vallata, l'Amministrazione Comunale dimostra di non essere interessata alla tutela dei diritti dei lavoratori.

Presso le grandi catene che da alcuni anni a questa parte stanno prendendo piede in tutto il nostro territorio la qualità del lavoro è in caduta libera. Impossibile non comprendere come la richiesta di manodopera rappresentata da questi mostri del libero mercato non sia volta alla promozione sociale, ma esclusivamente allo sfruttamento di materiale umano sottopagato e sottoqualificato. Del resto non c'è da stupirsi: già da qualche decennio il sistema delle COOP ha dimostrato di non essere più all'altezza dei compiti sociali che ne l'avevano caratterizzata, passando celermente al sistema del lavoro temporaneo e scarsamente retribuito. 


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