Negli ultimi mesi si sono rincorse voci intorno ad una possibile partnership sullo stabilimento figlinese della Pirelli. CasaPound Valdarno chiede ai dirigenti dell'azienda di far luce quanto prima, ed in maniera inequivocabile, sulle reali motivazioni che stanno dietro ad un'iniziativa di questo genere. Siamo infatti tristemente abituati ad assistere alla de – industrializzazione della nostra vallata (e dell'Italia tutta) secondo un processo che ha come primo passo proprio l'ingresso di elementi "terzi" nel controllo societario degli stabilimenti. In questo senso la Pirelli non rappresenta certo un'eccezione. Ci siamo già occupati della Power One, acquisita dalla ABB alcune settimane fa. Anche in quel caso, a dispetto delle altisonanti comunicazioni giunte dalla dirigenza dell'azienda, i centri per l'impiego parlano di una "calma sospetta" che fa presagire la delocalizzazione del comparto produttivo in aree dove la manodopera è più a buon mercato.
Non è ancora chiaro se e come Pirelli intenda portare avanti i suoi propositi di "apertura" industriale. Certo è che se questi fossero un mero paravento dietro al quale nascondere l'ennesima fuga dal Valdarno, questo significherebbe gettare nella crisi più nera 400 famiglie figlinesi. Chiediamo fin da subito che la giunta comunale si faccia carico di questi timori, che proponga alla dirigenza Pirelli la firma di un protocollo di intesa, che vincoli lo stabilimento al territorio che l'ha accolto ed ai lavoratori che lo hanno reso un polo d'eccellenza della produzione nazionale. Per parte nostra, ci mettiamo fin da subito a disposizione dei lavoratori, invitandoli ogni sabato mattina allo sportello al cittadino, nel quale è presente un sindacalista del Blocco Lavoratori Unitario e un avvocato specializzato in diritto del lavoro.
CasaPound Valdarno
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