18 dicembre 2011

Lettera al sindaco di Firenze Matteo Renzi e all'ambasciatore del Senegal a Roma

Al sindaco di Firenze Matteo Renzi

e alla comunità senegalese di Firenze tutta,

è con dolore, cordoglio e sgomento che ho accolto ieri la notizia del folle gesto di Gianluca Casseri. Un'azione disperata, da squilibrato, che solo nei fondali più oscuri della psiche umana può trovare le sue insensate motivazioni. Ma di questo si occuperanno altri, più esperti di me nel decifrare i labirinti mentali in cui può perdersi un essere umano.

Quello che invece posso dire, da responsabile provinciale di CasaPound Firenze, è che questo gesto tocca me, la mia comunità cittadina, provinciale, regionale e nazionale, in modo particolarmente vivo e doloroso. Ed è un vero peccato che, anziché racchiuderci tutti in un silenzio di riflessione, qualcuno già straparli di restringere gli spazi di libertà e iniziare una insensata caccia alle streghe.

Voglio essere molto chiaro: CasaPound Italia non ha alcuna responsabilità circa i fatti di ieri. Né politica, né ideologica, né morale. Non c'è nulla, ma proprio nulla, nell'operato e nell'ideologia di CasaPound, che possa ispirare xenofobia e odio per il diverso. Non c'è legame diretto tra la nostra prassi e il delirio di Casseri, ma neanche alcun riferimento indiretto, implicito, ammiccante.

Del resto la nostra storia parla da sola: da anni presente a Roma nel quartiere multietnico della capitale, la nostra sede centrale non ha mai creato alcun problema alle numerose comunità immigrate presenti nel circondario. A tal proposito mi sembra anzi degno di menzione l'incontro – ovviamente in programma da giorni – che lunedì 19 ci vedrà a confronto, sempre a Roma, con la comunità cinese. Del resto non esiste nessun caso (e sottolineo nessuno) di militanti di Cpi ai quali siano state mosse accuse che prevedano l'aggravante della discriminazione razziale. Quanto al nostro impegno per la solidarietà e il volontariato, le lotte contro l'emergenza abitativa, contro il carovita, contro il precariato, sono note. Così come è noto il nostro impegno in Kossovo e in Kenia, per un aiuto concreto alle popolazioni locali. La nostra posizione sull'immigrazione è chiara e serena: si tratta di un meccanismo di sfruttamento che crea una guerra fra poveri in cui a guadagnarci, sulla pelle degli ospitanti e degli ospitati, sono le oligarchie finanziarie. Esattamente ciò che sta succedendo ora.

Tutto questo non può essere cancellato dal gesto di un folle. Che, purtroppo, era uno dei tanti simpatizzanti di Cpi. La sua era un'adesione che non implicava alcun coinvolgimento diretto con la vita quotidiana del movimento. Chiunque può diventare simpatizzante di Cpi, avvicinandoci nei nostri frequenti appuntamenti pubblici, senza che ovviamente venga richiesta da parte nostra una perizia psichiatrica come condizione dell'iscrizione. Gianluca Casseri non era un militante di Cpi: era un tizio solitario che nessuno conosceva bene, solito frequentare tutti gli appuntamenti pubblici genericamente “di destra” che avvenivano dalle sue parti. In passato aveva diretto una rivista di fantasy, “La soglia”, con una discreta diffusione anche negli ambienti della destra istituzionale, e proprio come scrittore aveva proposto quattro o cinque articoli per un nostro sito internet. Articoli di taglio storico-letterario, alcuni persino sui fumetti. Nulla che lasciasse presagire un tale animo tormentato nel loro autore. Gianluca Casseri era – ci sembra ormai evidente, ma nessuno avrebbe potuto sospettarlo prima, almeno dalle brevi e marginali occasioni di contatto con noi – un uomo con problemi psichici molto seri. Il tragico epilogo del suo dramma interiore non ha nulla a che fare con la politica.

La mia opinione, tuttavia, è che la doverosa riflessione su questi fatti venga falsata e strumentalizzata se ad essa si accompagnano frettolose scomuniche che prendendo una scheggia impazzita e criminalizzano tutto un ambiente politico-culturale. Aggiungere odio all'odio non fa bene a nessuno. Non serve, non è giusto. Per questo vi chiediamo – sia pur con i tempi e i modi che voi riterrete più opportuni – la possibilità di un incontro privato o pubblico, al fine di confrontarci con rispetto e, per quanto possibile, serenità.

Saverio Di Giulio

Responsabile per la provincia di Firenze di CasaPound Italia







S.E. PAPA CHEICKH SAADIBOU FALL,

Ambasciatore del Senegal a Roma



Signor Ambasciatore,



sono Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia. Mi permetterlo

di disturbarLa per esprimerLe, a nome mio e di tutta la comunità umana

che rappresento, le più sentite condoglianze per il lutto che ha

colpito la vostra comunità in seguito alla strage di Firenze. La

prego, inoltre, di estendere il mio cordoglio anche ai familiari delle

vittime e all'intera comunità senegalese in Italia. La condanna del

folle gesto che ha insanguinato Firenze è, da parte nostra, totale e

incondizionata.



Purtroppo, in queste ore, c'è già chi sta cercando di associare a

questa terribile tragedia della follia un intero movimento politico,

quasi che quest'ultimo fosse l'ispiratore, esplicito o implicito,

dell'insano gesto. L'accostamento tra CasaPound Italia e la strage di

Firenze, invece, è assurdo e inaccettabile. CasaPound Italia non ha

alcuna responsabilità circa i fatti di ieri. Né politica, né

ideologica, né morale. Non c'è nulla, ma proprio nulla, nell'operato e

nell'ideologia di CasaPound, che possa ispirare xenofobia e odio per

il diverso. Non c'è legame diretto tra la nostra prassi e il delirio

di Casseri, ma neanche alcun riferimento indiretto, implicito,

ammiccante. Quest'uomo, evidentemente malato, era solo un

frequentatore occasionale di alcuni nostri incontri pubblici, come del

resto accade per altre centinaia di persone in tutta Italia. Nessuno,

tuttavia, poteva presagire quanta follia omicida si annidasse nella

sua testa.



Del resto la nostra storia parla da sola: da anni presente a Roma nel

quartiere multietnico della capitale, la nostra sede centrale non ha

mai creato alcun problema alle numerose comunità immigrate presenti

nel circondario. A tal proposito mi sembra anzi degno di menzione

l'incontro – ovviamente in programma da giorni – che lunedì 19 ci

vedrà a confronto, sempre a Roma, con la comunità cinese. Del resto

non esiste nessun caso (e sottolineo nessuno) di militanti di Cpi ai

quali siano state mosse accuse che prevedano l'aggravante della

discriminazione razziale. Quanto al nostro impegno per la solidarietà

e il volontariato, le lotte contro l'emergenza abitativa, contro il

carovita, contro il precariato, sono note. Così come è noto il nostro

impegno in Kosovo e in Kenya, per un aiuto concreto alle popolazioni

locali.



Comprendo bene che, in queste ore di rabbia e dolore, alcuni

importanti distinguo possano sfuggire. Proprio per questo Le faccio

presente fin d'ora che CasaPound Italia è a disposizione per un

incontro chiarificatore in cui poterLe portare di persona le nostre

condoglianze e spiegarLe cosa è e cosa non è il nostro movimento,

quali sono le sue azioni, le sue idee, i suoi programmi e quanto tutto

ciò sia lontano da ogni scappatoia xenofoba.



Cordialmente,



Gianluca Iannone

Presidente di CasaPound Italia

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